Libertà, Educazione, Associazione
Perché educare
Ricordiamo il 2 giugno, la festa della Repubblica, non per fare inutile retorica, ma per difendere i valori della nostra democrazia, della nostra libertà, e della nostra Costituzione, ispirata anche e soprattutto ai principi di cui Giuseppe Mazzini è stato nobile Padre.
Abbiamo ritenuto cosa utile e doverosa inserire la seguente canzone il cui testo, oltre che a parlare di Repubblica e di Mazzini, è ambientato sulle nostre Alpi Apuane
Uno sguardo sul ... Mondo
i referendum dell'8/9 giugno
un'occasione da non perdere
L'8 e il 9 giugno prossimi gli Italiani saranno chiamati ad esprimere il loro parere su cinque referendum abrogativi, quattro riguardanti la disciplina dei contratti di lavoro; uno riguardante la cittadinanza agli stranieri. La scarsa attenzione dei mezzi di informazione su questi temi e l'invito pressante di alcune forze politiche -comprese addirittura figure istituzionali - a non recarsi a votare ci ha spinto a offrire questa breve sintesi dei cinque quesiti. A nostro parere, al di là delle opinioni e degli orientamenti politici, la partecipazione ad una consultazione popolare è sempre un motivo di espressione di pensiero e di libertà. Essa, inoltre, è un esempio di democrazia diretta, in quanto sono i cittadini stessi che possono concorrere, anche se in forma indiretta, ad esprimere il loro parere sulle leggi approvate dal Parlamento.

1. Referendum sul contratto a tutele crescenti
Il primo referendum riguarda l’abolizione parziale del decreto legislativo n. 23 del 2015, noto come Jobs Act, che ha modificato la disciplina delle assunzioni e dei licenziamenti nel lavoro subordinato.
Tale decreto ha introdotto il contratto a tutele crescenti: in caso di licenziamento illegittimo, il lavoratore non ha diritto alla reintegrazione, ma a un'indennità risarcitoria che può arrivare fino a 36 mensilità. Questo regime si applica alle imprese con più di 15 dipendenti. Se dovesse prevalere il "Sì", verrebbe reintrodotto l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, nella versione modificata dalla riforma Fornero del 2012, che prevede in alcuni casi la possibilità di reintegrazione. In caso di vittoria del "No", la normativa attuale resterebbe invariata. In sintesi, il "No" mantiene un sistema di licenziamenti più in linea con altri paesi europei

2. Referendum sulla tutela nei licenziamenti per le piccole imprese
Il secondo referendum propone l’abrogazione dell’articolo 8 della legge n. 604 del 1966. Attualmente, nei casi di licenziamento illegittimo presso le piccole imprese, il lavoratore ha diritto esclusivamente a un’indennità predeterminata dalla legge, senza possibilità di reintegrazione.
In caso di vittoria del "Sì", il giudice avrebbe la facoltà di determinare liberamente l’ammontare dell’indennizzo. Una vittoria del "No" lascerebbe invariato il sistema attuale. Il "Sì" favorirebbe i lavoratori, mentre il "No" è più favorevole alle esigenze delle piccole imprese.

3. Referendum sui contratti a tempo determinato
Il terzo referendum si riferisce nuovamente a un aspetto del Jobs Act, in particolare al decreto legislativo n. 81 del 2015, relativo ai contratti a tempo determinato.
Secondo la normativa attuale, le causali (cioè le motivazioni del contratto) non devono essere indicate nel primo contratto, ma solo nei rinnovi successivi.
In caso di vittoria del "Sì", le causali dovrebbero essere indicate sin dal primo contratto. Se invece prevalesse il "No", resterebbe in vigore l’attuale disciplina, che prevede due tipi di causali: una definita dal contratto collettivo nazionale e l’altra legata alla sostituzione temporanea di un lavoratore.
La vittoria del "Sì" comporterebbe una significativa riduzione dei contratti a termine; il "No", invece, garantirebbe maggiore flessibilità per le imprese, in particolare le più piccole.

4. Referendum sulla responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro
Il quarto referendum riguarda l’articolo 26 del decreto legislativo n. 81 del 2008 (Testo unico sulla sicurezza), che regola la responsabilità in caso di appalti.
Attualmente, la responsabilità per la sicurezza nei contratti di appalto è solidale solo in parte: la ditta appaltatrice risponde di eventuali danni, ma non la ditta committente.
In caso di vittoria del "Sì", anche la ditta committente sarebbe tenuta a risarcire i danni, aumentando così le tutele per il lavoratore. In caso di vittoria del "No", resterebbe in vigore la responsabilità limitata alla sola impresa appaltatrice, con un coinvolgimento indiretto della ditta committente.

5. Referendum sulla cittadinanza italiana
Il quinto referendum, di natura diversa rispetto ai precedenti, riguarda la cittadinanza. Propone la modifica dei requisiti temporali per la naturalizzazione degli stranieri, riducendo da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza necessario per presentare domanda.
Tutti gli altri requisiti attualmente previsti dalla legge rimarrebbero invariati. In caso di vittoria del "Sì", il tempo richiesto per avviare la procedura di cittadinanza sarebbe dimezzato. Con la vittoria del "No", resterebbe in vigore l’attuale requisito dei 10 anni, con il rischio di aumentare il numero di immigrati privi di cittadinanza e, in alcuni casi, non regolari.
Riferimenti: https://www.interno.gov.it/it/notizie/referendum-abrogativi-2025
Incontro con la prof.ssa Giuseppina Scali svoltosi presso i locali della Parrocchia SS. Annunziata (Marina di Carrara) promosso dall'A.C.I.
LE MIE OPERE
OPERE INEDITE
OPERE PUBBLICATE
OPERE IN LAVORAZIONE
Sono in programma un Disegno storico della Letteratura italiana; una Sintesi della Letteratura italiana in parte scritta su carta, in parte in digitale con collegamenti a testi, opere, brevi video; probabilmente anche una Storia ed Antologia della Letteratura italiana.
E' in progetto anche un Libro dei sogni, con la raccolta delle mie esperienze oniriche con opportuni adattamenti.
Infine è nelle mie aspirazioni scrivere un' Opera autobiografica documentata sulla vita del mio nonno materno Archimede.